Letto d’un fiato!
Non bisogna farsi ingannare da titolo e copertina: questa storia è originalissima e con il solito “giallo” ha ben poco a che fare. Personalmente ho iniziato a leggerlo con la convinzione che dopo poche pagine sarebbe spuntato fuori un morto su cui indagare con tanto di distretto di polizia, ma poi ho capito che l’autrice andava a parare su qualcosa di molto più interiore e profondo.
Il mistero c’è, gli indizi ben dosati ci sono, ma senza spoilerare nulla, mi sento di anticipare che questa non è la solita storia…
Lo consiglio sia a chi ama il genere, che a chi semplicemente ama leggere. Vale la pena 🙂
Alcune opinioni dei lettori tratte da recensioni di Amazon:
Noemi ha scritto di "Omicidio a New York":
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Luca R. ha scritto di "Omicidio a New York":
Un intrigante e ben congegnato puzzle
Ben scritto, trama coinvolgente, stile impeccabile. I personaggi sono fortemente caratterizzati. L’ambientazione è convincente. Le descrizioni aggiungono elementi significativi e non interrompono mai il ritmo. A livello di trama, il libro mi ha ricordato alcune opere di Umberto Eco. Si respira il perfetto incastrarsi dei diversi elementi. I personaggi si svelano a poco a poco, mai uguali a se stessi. In ogni pagina si possono scorgere nuovi particolari, che vanno ad arricchirli e renderli più veri e profondi. Da appassionato d’arte sono rimasto folgorato dalla centralità del celebre quadro di Munch, con il quale l’autrice si confronta, attraverso lo scorrere degli avvenimenti, nei suoi molteplici significati. Un plauso a Federica Fiorani, di cui attendo con ansia la prossima pubblicazione.
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Arwen Undomiel ha scritto di "Omicidio a New York":
Delicato e profondo
Ho avuto il piacere di leggere questo titolo quando era ancora un’edizione autoprodotta e portava il titolo dell’opera di Munch che fa da centro narrativo. Nonostante il nuovo titolo non sia intrigante come quello originale (a mio parere), la storia è rimasta originale, profonda e trascinante, anche più di prima.
Comincio col dire che si legge in un solo respiro, e questo non perché sia un romanzo breve o leggero, tutt’altro; semplicemente non puoi scollare gli occhi dalle pagine finché non hai finito tutta la storia.
Innanzitutto c’è da apprezzare profondamente l’originalità del nodo narrativo, rappresentato dal quadro di Munch che si rivela la leva scatenante di tutta la narrazione successiva.
La trama è molto ben congegnata, funziona come un orologio in cui tutti gli ingranaggi combaciano alla perfezione. Non c’è alcuna scena, alcuna descrizione, alcun rigo che non abbia ragione d’esistere o che risulterebbe migliore se collocato altrove o scritto in altro modo. Si evidenzia molto bene quanto nulla in questa narrazione sia stato lasciato al caso o al puro impulso di scrivere, bensì l’opera sia frutto di un’accurato lavoro che ha plasmato ogni singola pagina fino alla sua resa migliore…
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Daria ha scritto di "Connected - Non siamo mai soli":
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